Terminati i lavori di restauro al Monumento Valentini ed edicola funeraria Fam. Valentini

Terminati i lavori di restauro, a carico della Fondazione Valentini, del monumento dedicato a Pietro Valentini e della tomba di famiglia presso il cimitero di Mantova.

L’imprenditore Pietro Valentini fu un borghese mantovano noto per essere collezionista d’arte e grande benefattore. Alla sua morte, nel 1895, gli eredi decisero di dedicargli un grande monumento nel cimitero di Borgo Angeli, bandendo un concorso in cui risultò vincente il bozzetto numero 9 dello scultore Monti. In realtà gli artisti furono due: Silvio e Alessandro Monti, della nota famiglia cremonese. L’importanza del monumento è da un lato derivante dalla sua posizione in asse con l’entrata e dall’altro dal grande angelo in marmo di Carrara, simbolo della Pace, che torreggia sopra due figure in bronzo, che appaiono sedute sulla breve gradinata sottostante. In particolare, qui ammiriamo la scultura detta “il Lavoro”, eseguita nella fonderia milanese di Raffaele Ceriani. Il personaggio, caratterizzato da grandi baffi, vuole appunto esprimere l’importanza dell’operosità di una vita intera. Il suo sguardo fiero ben si unisce alla semplice veste da officina, una camicia ampia che si accompagna ad un lungo grembiule. Bello il modo in cui la statua cade e si appoggia sopra i gradini, mantenendo una tensione robusta.

Si ignora dove venne fusa la grande statua in bronzo di soggetto femminile che adorna il monumento Valentini, dalla parte opposta rispetto all’uomo che incarna il Lavoro. È certo però che la donna effigiata, che porta fra le braccia un fanciullino, accompagnato da un bimbo di maggiore età, rappresenta la Pietà. Nella temperie culturale della fine dell’ottocento si vagheggiava l’unione tra le forze più umili della classe lavoratrice e gli imprenditori illuminati che intendevano guidare il popolo verso il progresso economico. Di una simile ideologia è un esempio efficace questa figura assorta, che stringe a sé, raccolta in una mantellina impreziosita dai fregi, i propri figli, reali o immaginari. La nobiltà dei suoi tratti è ben resa dagli artisti, che fanno di questo gruppo sepolcrale uno dei più interessanti del cimitero di Mantova.