La nostra storia
IL PAESE DI VOLARGNE
Volargne, frazione di Dolcè, piccolo paese di circa 1300 abitanti, è situato all’imbocco della Val d’Adige. Confina con il comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella a sud ed ad est, mentre ad ovest, separato dal fiume Adige, con il comune di Rivoli Veronese.
Prima della guerra il paese era prettamente agricolo. Con il boom economico del dopoguerra ha visto il nascere di numerose fabbriche del marmo che tutt’oggi rappresentano l’attività primaria del paese, riconosciuta a livello internazionale.
LA FIGURA DI PIETRO VALENTINI
Pietro Luigi Valentini nacque a Volargne alle ore 11 del 3 maggio 1841, secondogenito di Luigi Giobatta e Maria Luigia Zancarli di Antonio. I registri parrocchiali ci ricordano anche che parroco era allora don Vincenzo Bonati e che il ruolo di “levatrice” era stato svolto da Teresa Tosi; essi ci forniscono altresì informazioni preziose sui genitori, ci fanno sapere infatti che si erano sposati il 10 dicembre 1837, che papà Luigi era possidente del luogo, conduttore di fornaci e titolare di un proprio negozio; che mamma Maria Luigia era possidente e casalinga; che la famiglia abitava in Piazza, al numero 296.
Il giovane Pietro svolse il suo tirocinio di studi in paese e presso la famiglia, iniziando poi la sua carriera professionale a vent’anni, nel 1861, come assistente presso la ditta Giacomo Pelato; la sua attività e la sua non comune avvedutezza negli affari lo misero però in grado di creare in quello stesso anno un’impresa propria nel campo del commercio delle pietre. Rilevò lavori di difesa idraulica ai fiumi, servendosi di pietrame che faceva cavare a Ceraino; in particolare fu impegnato ad Ostiglia nel 1872, dove conobbe una giovane di ottima famiglia, Adeodata Montani; successivamente operò a Legnago nei lavori di interclusione della rotta dell’Adige, continuando poi soprattutto nel territorio mantovano, dove fu impegnato nella costruzione degli argini del Po. Faceva trasportare il pietrame in treno da Ceraino a Mantova, destinandolo poi agli “anneggamenti” lungo gli argini del Po: in funzione di questi interventi giunse addirittura a costruire in proprio, come ricorda il discendente Luigi Marchi, la linea ferroviaria Mantova-Suzzara.
Pietro si dedicò quindi a molteplici settori dell’economia, raggiungendo successo e ricchezza e divenendo personaggio tra i più autorevoli del mondo imprenditoriale e finanziario mantovano, tanto che ripetutamente gli venne anche offerto di entrare nella vita amministrativa; a Mantova dette vita ad un’impresa finanziaria nella quale ebbe come principale collaboratore l’ing. Riccardo Cristofori.
Pietro Valentini sul finire del 1894 fu colpito da grave malattia, un tumore, che nel giro di soli otto mesi lo condusse a morte; egli si spense a Mantova nella sua casa in via Tito Speri la sera del 23 luglio 1895, poco più che cinquantaquattrenne.
Pietro Luigi Valentini nacque a Volargne alle ore 11 del 3 maggio 1841, secondogenito di Luigi Giobatta e Maria Luigia Zancarli di Antonio. I registri parrocchiali ci ricordano anche che parroco era allora don Vincenzo Bonati e che il ruolo di “levatrice” era stato svolto da Teresa Tosi; essi ci forniscono altresì informazioni preziose sui genitori, ci fanno sapere infatti che si erano sposati il 10 dicembre 1837, che papà Luigi era possidente del luogo, conduttore di fornaci e titolare di un proprio negozio; che mamma Maria Luigia era possidente e casalinga; che la famiglia abitava in Piazza, al numero 296.
Il giovane Pietro svolse il suo tirocinio di studi in paese e presso la famiglia, iniziando poi la sua carriera professionale a vent’anni, nel 1861, come assistente presso la ditta Giacomo Pelato; la sua attività e la sua non comune avvedutezza negli affari lo misero però in grado di creare in quello stesso anno un’impresa propria nel campo del commercio delle pietre. Rilevò lavori di difesa idraulica ai fiumi, servendosi di pietrame che faceva cavare a Ceraino; in particolare fu impegnato ad Ostiglia nel 1872, dove conobbe una giovane di ottima famiglia, Adeodata Montani; successivamente operò a Legnago nei lavori di interclusione della rotta dell’Adige, continuando poi soprattutto nel territorio mantovano, dove fu impegnato nella costruzione degli argini del Po. Faceva trasportare il pietrame in treno da Ceraino a Mantova, destinandolo poi agli “anneggamenti” lungo gli argini del Po: in funzione di questi interventi giunse addirittura a costruire in proprio, come ricorda il discendente Luigi Marchi, la linea ferroviaria Mantova-Suzzara.
Pietro si dedicò quindi a molteplici settori dell’economia, raggiungendo successo e ricchezza e divenendo personaggio tra i più autorevoli del mondo imprenditoriale e finanziario mantovano, tanto che ripetutamente gli venne anche offerto di entrare nella vita amministrativa; a Mantova dette vita ad un’impresa finanziaria nella quale ebbe come principale collaboratore l’ing. Riccardo Cristofori.
Pietro Valentini sul finire del 1894 fu colpito da grave malattia, un tumore, che nel giro di soli otto mesi lo condusse a morte; egli si spense a Mantova nella sua casa in via Tito Speri la sera del 23 luglio 1895, poco più che cinquantaquattrenne.
LA SCUOLA PIETRO VALENTINI
La Scuola Materna “Pietro Valentini” trae le sue origini da un lascito al paese di Volargne di Dolcè (VR) che risale al 1903.
Il 26 ottobre 1903 Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, firmava il Decreto che erigeva l’Istituto “Pietro Valentini” ad Ente Morale.
Pietro Valentini, figura ammirevole, imprenditore capace e sensibile al bene comune ed ai bisogni dei meno fortunati ha saputo trasmettere alla moglie Adeodata ed ai famigliari, oltre che una lungimiranza imprenditoriale, anche una lungimiranza nel campo sociale, individuando i bisogni e le necessità del tempo e dei luoghi.
In quell’anno, precisamente in data 14 luglio, la signora Montani Adeodata, vedova di Pietro Valentini, donava una rendita vitalizia di lire 1.000 all’erigendo Ente Morale “Asilo Infantile o ricovero degli inabili al lavoro Pietro Valentini di Volargne”.
Luigi Valentini, nipote di Pietro, con la moglie, figlia dell’ing. Cristofori, Primo Novecento
Alla morte di Pietro Valentini, infatti, la vedova Adeodata, il fratello Francesco e il nipote Luigi, ritennero che la maniera migliore per perpetuare la memoria del loro grande congiunto fosse quella di dare vita a grandi opere di beneficenza, e tra le altre iniziative nacque ben presto quella di creare una istituzione assistenziale d’infanzia e mendicità proprio a Volargne, il paese d’origine dei Valentini, cui lo stesso Pietro e successivamente il nipote Luigi erano rimasti profondamente legati e dove avevano acquistato varie proprietà.
Tra i vari presidenti a guida dell’Istituto troviamo il prof. Ugo Zannoni, insegnante di scuola media, destinato a diventare una grande figura della cultura e della scuola veronese, eletto il 10 dicembre 1922 e rimasto in carica fino al 2 aprile 1931.
Dal 1903 la direzione didattica della scuola materna fu affidata alle Piccole Suore della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone che rimasero fino al 1915 circa; dal 1920 entrarono le suore di un’altra congregazione: le suore della Sacra Famiglia di San Giovanni in Valle. In seguito rientrarono definitivamente le Piccole Suore della Sacra Famiglia.
La scuola materna Pietro Valentini si è sviluppata come espressione di una comunità; promotori, educatori, genitori, collaboratori e popolazione hanno inteso assumersi spontaneamente l’impegno di soddisfare un’esigenza sociale quale l’educazione prescolare, avvertendola come espressione della propria identità religiosa ed ideale e insieme come dovere di solidarietà, per contribuire a che ogni bambino, esercitando il diritto di frequentare la scuola materna, in situazione di pari opportunità, possa sviluppare pienamente la sua personalità.
In questo momento storico, la scuola dell’infanzia, è gestita, come da Statuto, da un Comitato di Gestione eletto ogni cinque anni dai residenti e composto da tre cittadini di Volargne, dalla coordinatrice della scuola, dal Parroco pro-tempore della comunità parrocchiale “San Martino di Tours” e da un rappresentante del comune di Dolcè.
La Scuola Materna “Pietro Valentini” trae le sue origini da un lascito al paese di Volargne di Dolcè (VR) che risale al 1903.
Il 26 ottobre 1903 Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, firmava il Decreto che erigeva l’Istituto “Pietro Valentini” ad Ente Morale.
Pietro Valentini, figura ammirevole, imprenditore capace e sensibile al bene comune ed ai bisogni dei meno fortunati ha saputo trasmettere alla moglie Adeodata ed ai famigliari, oltre che una lungimiranza imprenditoriale, anche una lungimiranza nel campo sociale, individuando i bisogni e le necessità del tempo e dei luoghi.
In quell’anno, precisamente in data 14 luglio, la signora Montani Adeodata, vedova di Pietro Valentini, donava una rendita vitalizia di lire 1.000 all’erigendo Ente Morale “Asilo Infantile o ricovero degli inabili al lavoro Pietro Valentini di Volargne”.
Luigi Valentini, nipote di Pietro, con la moglie, figlia dell’ing. Cristofori, Primo Novecento
Alla morte di Pietro Valentini, infatti, la vedova Adeodata, il fratello Francesco e il nipote Luigi, ritennero che la maniera migliore per perpetuare la memoria del loro grande congiunto fosse quella di dare vita a grandi opere di beneficenza, e tra le altre iniziative nacque ben presto quella di creare una istituzione assistenziale d’infanzia e mendicità proprio a Volargne, il paese d’origine dei Valentini, cui lo stesso Pietro e successivamente il nipote Luigi erano rimasti profondamente legati e dove avevano acquistato varie proprietà.
Tra i vari presidenti a guida dell’Istituto troviamo il prof. Ugo Zannoni, insegnante di scuola media, destinato a diventare una grande figura della cultura e della scuola veronese, eletto il 10 dicembre 1922 e rimasto in carica fino al 2 aprile 1931.
Dal 1903 la direzione didattica della scuola materna fu affidata alle Piccole Suore della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone che rimasero fino al 1915 circa; dal 1920 entrarono le suore di un’altra congregazione: le suore della Sacra Famiglia di San Giovanni in Valle. In seguito rientrarono definitivamente le Piccole Suore della Sacra Famiglia.
La scuola materna Pietro Valentini si è sviluppata come espressione di una comunità; promotori, educatori, genitori, collaboratori e popolazione hanno inteso assumersi spontaneamente l’impegno di soddisfare un’esigenza sociale quale l’educazione prescolare, avvertendola come espressione della propria identità religiosa ed ideale e insieme come dovere di solidarietà, per contribuire a che ogni bambino, esercitando il diritto di frequentare la scuola materna, in situazione di pari opportunità, possa sviluppare pienamente la sua personalità.
In questo momento storico, la scuola dell’infanzia, è gestita, come da Statuto, da un Comitato di Gestione eletto ogni cinque anni dai residenti e composto da tre cittadini di Volargne, dalla coordinatrice della scuola, dal Parroco pro-tempore della comunità parrocchiale “San Martino di Tours” e da un rappresentante del comune di Dolcè.
RISTRUTTURAZIONE DELL’ISTITUTO - NASCITA DELLA FONDAZIONE VALENTINI
All’inizio degli anni 2000 le mura che ospitano l’Istituto Valentini necessitavano di attenzione e cura per poter garantire la piena funzionalità e la sicurezza dell’immobile e della scuola stessa.
Nel 2004 Ferdinando Leardini, alla guida del comitato di gestione dell’Istituto, inizia una frenetica attività di raccolta fondi che, grazie al sostegno delle istituzioni e di tanti privati, in tre anni porta i 550.000 euro necessari per avviare i lavori. La scuola viene resa antisismica, dotata di una nuova copertura, nuove aule e bagni a norma, senza creare disagio alle famiglie e senza interruzione delle attività didattiche, essendo i lavori programmati per tre anni consecutivi durante il periodo delle vacanze estive.
Nel 2012 Vittorio Valentini, pronipote di quel Pietro Valentini che aveva donato al paese di Volargne lo stabile della scuola a lui intitolata, visita l’istituto e rimane colpito dalle sue ottime condizioni. Si complimenta con Leardini, confidandogli che aveva recentemente visitato altri lasciti del prozio e li aveva trovati tutti in uno stato di totale abbandono. Lo informa quindi che avrebbe voluto contribuire con una donazione.
Per anni quella donazione non si concretizza fino a quando, nel 2016, Leardini viene contattato da un notaio e scopre di essere diventato, in qualità di presidente dell’istituto Pietro Valentini, erede dell’immenso patrimonio del professor Vittorio Valentini, da poco deceduto. Nel testamento viene inoltre disposto che i beni devono essere impiegati per la costituzione di una Fondazione con esclusivo scopo di beneficenza ed assistenza.